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Gallinara

L’isola di Gallinara deve il suo nome alle galline selvatiche cha la popolavano. Rifugio di San Martino di Tous intorno al 360, in fuga da Milano per sottrarsi alle persecuzioni ariane, fu sede di una comunità di monaci e, in seguito, di Benedettini. Il monastero estese la sua influenza su tutta la Rivera di Ponente. Ma durante i secoli XIII e XIV, l’Abbazia andò progressivamente decadendo, finchè, con l’estinzione della vita monastica, fu venduta a privati. Oggi l’isola conserva ancora i resti del monastero, il torrione cinquecentesco, parte del sistema di avvistamento e di difesa, e la chiesetta neogotica. L’isola per la rara vegetazione mediterranea e per il suo incontaminato ambiente, è parco naturale.

I gabbiani reali hanno scelto l’alta scogliera meridionale dell’isola Gallinara per nidificare indisturbati formando una delle colonie più grandi del Tirreno settentrionale. Il tratto di costa più riparato, ha invece offerto appoggio alle navi romane, di cui sono conservati importanti reperti nel museo di Albenga. Tra la rigogliosa vegetazione mediterranea si trovano specie floristiche paleomediterranee e rettili rari. Per il notevole pregio biologico e archeologico dei fondali, ancora in parte integri, è prevista l’istituzione di una riserva marina.