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Linosa

Più piccola di Lampedusa, meno popolata (circa. 400 abitanti), meno attraversata dal vento della storia e da quello della leggenda, Linosa, chiamata dai Romani Algusa o Aethusa, non è per questo meno interessante della sorella maggiore, dalla quale dista 57 Km. Le sue origini sono vulcaniche, come testimonia la presenza di ben tre crateri: il Monte Rosso, il Monte Nero e il Monte Vulcano, tetto dell’isola con i suoi 195m. di altezza.
Questo le conferisce un colore grigio – bruno sul quale si stagliano vividamente le case color pastello,talora contornate lungo gli spigoli a tinte vivaci. Collegata direttamente sia alla Sicilia che alle altre Pelagie, Linosa ha nell’agricoltura la sua principale risorsa economica, sia per la fertilità del terreno e sia per la mancanza di un porto, ampio e sicuro, che favorisca l’approdo e la protezione delle barche. La vegetazione risente della natura lavica della superficie: attecchiscono bene l’iris, il lichene e il fico d’India, spesso usato per creare siepi frangivento.
La fauna è simile a quella di Lampedusa. I fondali di Linosa, pure molto pescosi offrendo tonni, ricciole, cernie, saraghi, crostacei e molluschi di ogni genere, non digradano lentamente, ma precipitano subito a quota 500m. di profondità per arrivare più rapidamente a 1000m.
Un ideale itinerario di Linosa segnala i Faraglioni, la Grotta del Greco, Grotta Tramontana e quella di Betlemme e, soprattutto, la caratteristica spiaggia di Cala di Pozzolana di Ponente, famosa per la sabbia nera. Paesaggio bellissimo e selvaggio é quello di Punta Balata Piatta e di Fili.
Una vista senza pari è quella che si può godere salendo sulla cima di Monte Vulcano e degne di una visita sono pure la Cisterna romana e l’abbeveratorio di Monte Bandiera.
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